LA LANTERNA DEL PORTO ( IL FARO DELLA DARSENA ORIENTALE DI PINETAMARE )

 Arrivare alla darsena orientale a Pinetamare di Castel Volturno è come fare un viaggio temporale. La sensazione che avverti di più è quella della desolazione .  Una giornata di metà agosto , quasi la mezza , sole a picco . Parcheggiamo con la macchina proprio sul porticciolo, anche se non vi è l'ombra di una barca . Irridente , si staglia una vecchia tabella arruginita riportante la scritta
"Carabinieri ", tra le banchine  riservate all'ormeggio;  vuote e tristi .C'è un che di "Incompiuto" , ecco è questo il sentimento che ti ispira d'istinto il posto .


 L'aria è appena appena rinfrescata da una brezza leggera , sulla sinistra si stagliano dei palazzacci orrendi , consumati dal tempo e dalla incuria , mentre avviandoci sulla destra per raggiungere il ristorante,  in fondo,  un manifesto funerario celebra le manchevolezze di una ordinanza prefettizia di sei anni prima che a quanto si capisce a niente è servita .






Sono giunta con amiche perchè il ristorante al quale ci stiamo avivcinando è famoso per la sua cucina , e io comincio a pensare che effettivamente deve essere una buona cucina ,  perchè arrivare fin qui è un atto di fede, tout court.



 In lontananza il mare occhieggia brillando sotto la calura , il cielo è incredibilmente  azzurro e luminoso , con bianche nuvole che lo attraversano come solo in certe giornate d'estate. Non posso fare a meno di pensare all'ennesima occasione mancata per le coste campane e per la sua gente .


Ecco però che ci si presenta uno scorcio piacevole che ha del miracoloso . Porte dipinte di azzurro ,dei vasi e delle giare piene di fiori e di verde , una grata a schermare lo sguardo e che inganna l'occhio sul paesaggio esterno . 
Ci sediamo e mentre attendiamo che lo staff finisca di mangiare , siamo veramente in anticipo , ci godiamo un buon prosecco . 
Io continuo a guardarmi intorno e penso alle mille risorse di un posto così , e di come sarebbe dovuto essere . Perchè se sai guardare oltre le potenzialità le vedi senza tema di smentita  e non è difficile immaginare la Darsena piena di negozietti e di barchette e di gente che vi passeggia spensierata e sorridente e invece...
Bando ai pensieri tristi e alle mille complicazioni di questa terra , non è il momento , sono curiosa e ho già la salivazione all'idea delle buone cose di cui ho sentito parlare . 
Arriva Enzo , il direttore del locale al quale chiediamo consiglio . Decidiamo per degli antipasti freddi e caldi e un primo classico , spaghetti con molluschi . Un piatto che sembra facile da fare , ma ci vuole maestria con le cose semplici !
Arrivano gli antipasti e comincia la festa dei colori , dei profumi e inevitabilmente dei sapori . 

 La bruschetta di granturco , compatta e dorata , consistente ricoperta di peperoncini verdi , i friarielli , fritti col pomodorino .
                                            la parmigiana di melanzana e granchio 
E le cozzette gratinate 


 Il gambero sotto sale  , le trigliette fritte , etc etc , un vero delirio . Una sinfonia di sapori dal profumo di mare e una goduria dei sensi .
Fino alla sorpresa dello chef la genovese di tonno . Un bell'equilibrio tra  il tonno e la cipolla . Una scelta che ha lasciato i due sapori ben definiti e non sovrastanti . Così come ha risposto alle aspettative   il primo , lo spaghetto sciuliariell' sciuliariell' con lupini saporitissimi rigorosamente in bianco .
Poteva mancare il dolce ? Una millefoglie scomposta con una deliziosa crema che ricordava molto il gusto e il profumo del ripieno della sfogliatella arricchita dalla classica amarena sciroppata . 

Una giornata deliziosa 
"La Lanterna del Porto " che rimane come un faro in mezzo allo sfacelo totale . Vale la pena arrivarci , per  le altre considerazioni lasciamo il tutto ad altre sedi , con rammarico e profondo dispiacere .





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