San Gregorio di Catania 26 gennaio 2011



Il ritorno in Trinacria è, lavorativamente parlando, sempre intenso e pregno di impegni importanti , ma soprattutto è fonte inesauribile di piacevoli scoperte: gustative ,visive e olfattive;
e poi ,vogliamo dirla tutta, quello che mi stimola di più è la possibilità di conoscere , incontrare e soprattutto, di relazionarmi con le persone.
Entro da Ninnetti a San Gregorio di Catania attraversando un arco in pietra che si affaccia su via Roma , mi ritrova davanti un piccolo patio , la vetrata mi offre la vista sul locale interno con mattoni di pietra lavica che fanno da penisola bancone da un lato e ornano scorci di pareti tutto intorno. In fondo , a vista e aperta , la cucina , dove si muovono laboriosi cuochi e aiutanti. La soluzione cucina aperta è da ammirare e dà sicurezza , ma una piccola nota negativa la devo segnalare , il momento dei fritti non è piacevolissimo, per quanto la cappa tiri , vieni investito ogni tanto da una nube di odori non piacevolissimi se ti trovi troppo vicino ad essa.
Marco, il giovane proprietario, è una persona garbata , flemmatica , una volta che il personale ti ha fatto accomodare , ti si avvicina e si siede con te al tavolo , confesso in un primo momento ho sgranato gli occhi , mi è sembrato inusuale, a dir poco. Mi sono presto ricreduta, e ho capito anche perchè; ho avvertito la sua necessità di spiegare con cura e amore i vari piatti offerti dalla casa , sottolineando la ricerca di ogni ingrediente e condividendo con l'ospite l'ammirazione per il cuoco , per inciso , suo padre .
A farla breve il piatto che ho scelto mi ha incuriosito e ingolosito soprattutto per la dicitura: stocco alla messinese lavorato alla catanese .
Ecco questa me la devo far spiegare , e così scopro che, sì, la ricetta originale è messinese ma meno rossa e più brodosa, con in più un ingrediente che mi ha veramente disorientata la pera . Un piatto che per essere apprezzato in pieno ha bisogno di essere gustato dopo molte ore dalla sua cottura Come antipasto una fritturina di paranza tenera tenera e croccante, e poi arriva lo stocco. Servito in un capace piatto bianco già a guardarlo mi fa aumentare la salivazione , mi chino verso la pietanza ed aspiro gli odori che sprigiona, prendo un pezzo di stocco , sapido , morbido , le olive dolci e l'uvetta mielosa, i pinoli con la loro leggera nota amara data dalla tostatura, il pomodoro che dona una nota di colore e sapore estivo, lo spicchio di patata morbido e farinoso , e poi la famosa pera spada che ha praticamente assorbito il gusto di tutti gli ingredienti, neutralizzando la sua nota acidula ,di una varietà che, mi dicono, conserva una sua durezza e quasi non conosce maturazione , diventando così impossibile da consumare, se non cotta, per la sua nota" allappante" tipica della frutta acerba .
Prendo con un cucchiaio tutti gli ingredienti insieme meravigliosamamente mixati con notevole equilibrio e a malapena riesco ad avvertire un lieve sentore di questo frutto che a sua volta ha lasciato una sorprendente ,e sconosciuta finora , nota dolceamara , rendendolo così , unico .
Accompagno il tutto con Adenzia del 2008 , blend di Merlot, Cabernet e Syrah del Baglio Cristo di Campobello di Licata , che supporta bene il piatto senza coprirne i sapori , pur essendo un rosso ben strutturato ma non invadente.
€34,00 a pers. porzioni più che soddisfacenti e soprattutto grande qualità degli ingredienti e cura nella preparazione. Ottimo .

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